Addio Idiota [prima parte] - Breve storia di un suicidio lavorativo



Riprendiamo il discorso sull'Idiota (ne avevo già parlato qui e qui).

Diversi mesi fa, prima delle ferie estive, l'Idiota ha convocato una strana riunione, stranamente lunga per i suoi standard e con una pletora di partecipanti eterogenea. Tra questi, i membri di quello che all'epoca era il suo team (tra cui me e Amico A.) e alcuni componenti di team limitrofi, scelti accuratamente tra quelli che non aveva offeso nei mesi precedenti (quindi pochi).

L'evento parte con un lungo preambolo sul suo gruppo "storico", dove lascia la parola a tre persone, tra cui un povero collega (una persona squisita e molto capace, tra l'altro), che è costretto a raccontare davanti a tutti un episodio estremamente spiacevole. 

Seguono due ore in cui ci propina un abominevole show in cui si adula (come suo costume - l'Idiota è sempre stato estremamente pieno di sè), cercando di mostrare a tutti che senza la sua guida illuminata saremmo morti da secoli e che, in ordine:

  1. Le amicizie in ufficio non possono naturalmente esistere. Segue dimostrazione pratica effettuata con la sua migliore amica;
  2. Non ci capisce un cazzo di musica. E ci tiene a sottolinearlo;
  3. Si è fatto prendere per il culo per mesi dal fornitore più stronzo. E se ne vanta pure;
  4. Belli i filmati in napoletano. Specie se la tua platea è composta almeno per metà da piemontesi che quindi non ci capiscono un cazzo.

Alla fine, grande rivelazione: ha deciso di levare le tende dal team.

Seguono attimi di gioia infinita, lanci di coriandoli e trombette (comunque era un capo di merda), purtroppo rovinati dal fatto che non se ne sarebbe andato il giorno successivo (come sarebbe stato sensato pensare, dopo uno show del genere - che fai, ti sputtani mesi prima della partenza? Sei idiota? Ah, sì. Giusto. Errore mio), ma che dal giorno dopo avrebbe cominciato a cercarsi un altro posto. Si badi bene, non in un'altra azienda, ma nella stessa.




Dal giorno dopo ha smesso di lavorare. 
Cioè, in ufficio ci veniva anche, eh, ma non lavorava più.
E non ha lavorato per quattro lunghi mesi (e mi domando come gli sia stato permesso un comportamento del genere senza conseguenze).

Veniva alle riunioni solo per litigare con la gente che gli stava sul cazzo (Grazie, eh, pezzo di merda, io con quelli ci devo lavorare ancora - spero che non mi associno mai a te), per minacciare quelli che "non lo rispettavano", per cercare di abbattere il morale dei pochi che stavano tirando la carretta o, ancora peggio, cercando di sabotare apertamente il progetto, ora in mano al suo odiato superiore (che invece è una bella persona ma che lui ha sempre odiato come se fosse Satana in persona).

Una volta ci ha fatto una piazzata perché, dopo aver litigato con un collega per motivi inesistenti, se n'è andato sbattendo la porta e non l'abbiamo seguito. Ma sei scemo? Ti rendi conto che non sei più nessuno e che sicuramente non litigheremo con gente con cui dobbiamo lavorare solo per compiacere te?

Spesso si presentava alle riunioni con dei fogli di affari suoi personali e passava il tempo a fare palesemente altro. Così, davanti a tutti.

Un'altra volta si è quasi preso un vaffanculo (da me - che non sempre sono brava a tenermi la lingua tra i denti) perché da settimane si presentava alle riunioni interne puntando il dito, giudicando e sminuendo il lavoro altrui. Per quell'episodio mi ha fatto avere grane, ma almeno ha smesso di presentarsi alle nostre riunioni. E se per questo anche di salutare. Non che mi sia mai mancato, anzi è stata una vera liberazione non averlo più tra le palle.

Poi, pian piano, ha smesso di partecipare a tutti gli incontri di lavoro, passando il tempo a cazzeggiare nel suo ufficio, ormai adibito a saletta ricreativa. Perché l'inutilità è una dote.

Ma essere inutile non gli bastava, voleva essere dannoso. Dannoso fino in fondo. Ha cominciato a lavoraro ai fianchi i colleghi, scegliendosi tutte le personalità più deboli e malleabili e formando una sua comitiva di Fedelissimi che l'hanno eletto a loro Giuda Spirituale nella Valle dell'Inutilità. La sua parola è Verbo. Non è uno Stronzo Arrivista che li manipola, per loro è una Povera Vittima degli eventi, uno che, poverino, è stato maltrattato ingiustamente. Anche loro hanno smesso pian piano di lavorare (o meglio, hanno ridotto le attività al minimo, pur sentendosi non so come "importanti") e hanno cominciato a dedicare lunghissime mezzore al Sacro Caffé (almeno tre al giorno, così prescrive il loro Messia) e a fare pause pranzo da due ore. Tra una pausa e l'altra, giochi, salotti e ancora cazzeggio. 
Ma questi poveri stronzi si sono accorti che l'Idiota se ne va mentre loro restano? Che sono stati usati contro il superiore che odia? Superiore che attualmente è, e rimane, il loro capo. 




L'Idiota è stato il mio capo, un capo umorale, stupido, incapace di gestire le persone e vendicativo. Un capo disordinato e dispotico, che ci ha fatto perdere una marea di tempo per suoi stupidi capricci e non ha visto dove fossero i veri problemi del progetto. Un capo pieno di sé, che riconosceva i successi dei membri del gruppo di lavoro solo come suoi successi personali. Un capo bullo, che se l'è sempre presa con i più deboli. Un capo incapace di darci un'organizzazione sensata, per cui c'è gente volenterosa che ha lavorato come un mulo dall'inizio e gente che invece si è grattata con vigore l'interno coscia per mesi. Un capo che si sentiva dio e che è riuscito ad avvelenare il clima mettendoci gli uni contro gli altri. Un capo terribile che non auguro a nessuno e che si lascia alle spalle astio, macerie e insoddisfazione. E anche un po' di senso di schifo per come si è comportato.

Ora finalmente se n'è andato. E finalmente si respira meglio.
Il problema sono gli stronzi che si è lasciato dietro. Ma per fortuna non possono far altro che puzzare.
In bocca al lupo a chi se lo prende. Spero che gli siano arrivate voci dettagliate sul suo comportamento e che agiscano di conseguenza.

[Fine prima puntata - nella prossima parliamo del suo addio]

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