[Vietnam] Huè - Il fascino della città imperiale


Riprendiamo il viaggio in Vietnam. Dopo aver concluso la visita del Nord ci siamo spostati nella zona centrale, dove ci sono antiche città imperiali e un paesaggio molto diverso da quello visto fin ora.

Di buon mattina abbiamo salutato la nostra guida e preso l'aereo da Hanoi per volare fino a Huè (un'oretta circa di volo) dove abbiamo incontrato la seconda guida. Questa volta ad accompagnarci è una donna, che chiameremo Joker (per il suo perenne sorriso a trentasei denti stampato in faccia). Joker è di bassa statura, terrorizzata dall'idea di abbonzarsi (interessante come guardasse con orrore il fatto che, con il mio candido incarnato - ho il colorito vivo di un cadavere di tre giorni -, girassi in maniche corte e viso scoperto, senza preoccuparmi della possibile abbronzatura. L'ho vista proprio soffrire, mentre lei viaggiava, nonostante i con 40° e l'umidità che solo il Sud Est Asiatico riesce a regalare, con maniche lunghe, guantini, mega cappello e occhialoni da star holliwoodiana in incognito) e determinatissima a guadagnarsi una ricca mancia, per cui, a differenza di Cicciopasticcio, ci si francobolla addosso e cerca in ogni modo di compiacerci, anche se non sgarra al programma. Il suo inglese, per fortuna, è migliore di quello di Cicciopasticcio e ci insegna un sacco di cose carine durante i giorni che passiamo con lei.

Per prima cosa visitiamo la bellissima pagoda Della Signora Celeste (foto in basso a sinistra) e alcuni  villaggetti periferici, dove assistiamo alla creazione dell'incenso (foto in alto, quei mazzetti colorati sono incensi ad essiccare), a una lezione di cucina vietnamita, un piccolo giro in bici (io e la Dolce Metà avevamo male alle chiappe dal precedente mortale giro e Joker aveva proprio zero voglia di pedalare, per cui siamo convenuti ad una cosa piccolina) e riceviamo un meraviglioso massaggio ai piedi. 

Alla pagoda della Signora Celeste è conservata la macchina di Thích Quảng Đức [1].

Molto interessanti sono anche la tomba dell'imperatore Minh Mang (1791-1841), l'uomo reso famoso dal suo sterminato harem e dai suoi altrettanti numerosi figli (al punto che in Vietnam i prodotti che promettono virilità extra all'uomo spesso portano il suo nome), che presentano uno stile particolare, tipico della regione e fortemente influenzato dalla cultura cinese, realizzato decorando edifici e monumenti con cocci e vetri colorati (vedi il dettaglio del drago). Ovviamente delle tombe vietnamite (già come successo per la tomba del primo e del secondo Re, vista al nord) non si vede nulla (il luogo di sepoltura è una collina recintata) mentre si possono ammirare i portali d'ingresso e le strutture accessorie.

Il giorno successivo visitiamo il palazzo imperiale. Una struttura enorme, con molti edifici, templi e zone dedicate ai vari componenti della famiglia imperiale (il suo ingresso è quello che si specchia sull'acqua, sotto la statua del generale). Alcune zone del palazzo sono in rovina e stanno lentamente venendo ricostruite perché abbattute o rovinate durante la Guerra del Vietnam. Gli americani non si sono fatti scrupoli (né qui né altrove - vedremo poi il disastro a My Son) a bombardare luoghi di interesse storico e culturale. Tra quelli abbattuti dai francesi (per far spazio alle loro case coloniali) e quelli tirati già dalle bombe americane, purtroppo si è perso un vero e proprio patrimonio.


La meravigliosa biblioteca dell'imperatore

L'interno della biblioteca

Per spostarci a Huè, tra un luogo d'interesse e l'altro e la zona dell'albergo, invece della solita macchina, usiamo una le celebri Dragon Boat, le coloratissima barca a forma di drago, tipiche del Fiume dei Profumi (Song Huong River). Queste barche sono molto diverse da quelle viste al nord (piccole e pelo d'acqua) sono di forma allungata e si muovono a motore. Barche simili (ma non così colorate) le troveremo più avanti anche sul fiume Mekong.

Prima di partire abbiamo ancora visitato un bellissimo mercato, dove abbiamo riassaggiato il succo di canna da zucchero e ne abbiamo approfittato per provare il famigerato Durian. Le leggende sul suo odore sono vere: appena viene aperto emana quell'inconfondibile odore di carne marcia, ma il sapore è completamente diverso. Questo frutto ti prende in giro i sensi. Il naso direbbe di allontanarsi a tutta velocità ma la lingua trova poi tutt'altro ad ad attenderla!


Le altre puntate del viaggio:

[Vietnam] - Intro
[Vietnam] Cosa abbiamo mangiato (parte 1)
[Vietnam] Cosa (non sempre) abbiamo mangiato (parte 2) - Fritto tutto è buono
[Vietnam] Hanoi - La capitale del nord
[Vietnam] Halong Bay - Scenari da favola
[Vietnam] Tam Coc e Hoa Lu - Il verde brillante
[Vietnam] Maui Chau - Rigogliose risaie



NOTE:

[1] Thích Quảng Đức è il monaco che si immolò dandosi alle fiamme il 10 giugno del 1963 a Saigon per protestare per lo stato disastroso in cui versavano i buddisti, perseguitati dal governo fantoccio del Sud. Thích Quảng Đức fece il viaggio da Huè con questa vettura (immortalata anche nella famosa foto di Malcom Browne (qui sotto).


 
Durante il periodo coloniale francese e il successivo periodo di dominio americano, il buddismo fu perseguitato e fu imposta, come religione, il cattolicesimo. Oltre a forti repressioni e a odiose concessioni (ai cattolici fu permesso di organizzarsi in bande armate, mentre templi e strutture buddiste venivano depredate e distrutte, senza che le istituzioni muovessero un dito), furono imposti divieti al divorzio e all'uso dei contraccettivi e furono vietati rapporti extraconiugali. Persino la bandiera buddista fu del tutto vietata.

Nel frattempo, il Nord del Vietnam era già stato liberato nel 1954 dai comunisti, capeggiati da Ho Chi Min.

Nel maggio del 1963 vi furono delle proteste a Huè, fermate nel sangue dal regime, che diede poi la colpa ai viet cong, esacerbando ulteriormente gli animi. Il 10 giugno Thích Quảng Đức si immolò, scuotendo l'opinione pubblica occidentale che faticò a capire il gesto di protesta (non fu un suicidio, vietato nel buddismo, ma un gesto di protesta).

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