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Visualizzazione dei post da 2017

In viaggio con l'Idiota

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In questo post , avevo annunciato che purtroppo ci saremmo trovati l'Idiota in treno tutte le mattine. Visto che ormai se n'è andato, posso raccontare l'epilogo di quella storia. Dopo le vacanze estive prese il treno con noi (o meglio, con Amico A., io ero in ferie) per ben una settimana, poi si rese conto che era troppo sbatta per lui e decise di scroccare passaggi a destra e a manca. Le sue vittime sono state principalmente due. Una si è licenziata, con l'altra ha litigato perché passava tutti i viaggi a menar gramo sull'andamento del progetto. Oltre al fatto che il poveretto gli faceva l'imperdonabile torto di uscire più tardi di quello che lui avrebbe voluto, dato che osava anche lavorare. Giorno 1: Idiota: «Ti muovi? È ora di andare» «Veramente è presto, di solito io esco circa un'ora più tardi ...» risponde l'ignara vittima «No, è tardi, andiamo!» «...» Giorno 2: Fedelissimo random costretto dall'Idiota a far

Addio Idiota [seconda parte] - Ti ricorderemo come vento

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Come dicevo qui , l'Idiota ci ha lasciati (lavorativamente parlando) ma, prima di levarsi dalle palle, ha ancora offeso un po' di gente. Così, per sport. Normalmente, quando qualcuno se ne va, l'ultimo giorno porta in ufficio dei pasticcini, si fa una mini festa di addio con dono di gruppo e fine. Nulla di che. Di solito dura una quindicina di minuti, il tempo che le cavallette dell'ufficio si mangino tutti i pasticcini. È prassi.  È facile.  È lineare. Direi a prova di Idiota. Invece per l'Idiota è stato difficilissimo. In prima battuta non ha organizzato nulla. Poi il nostro superiore (che è una persona gentile e probabilmente voleva concludere l'esperienza con l'Idiota senza ulteriori screzi) ha provato ad organizzargli la festa. I soldi per regalo e pasticcini ( eh , perché se non se li porta lui devono pagarglieli gli altri) erano già stati raccolti. I suoi fedelissimi avevano anche preparato un bi

Addio Idiota [prima parte] - Breve storia di un suicidio lavorativo

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Riprendiamo il discorso sull'Idiota (ne avevo già parlato qui e qui ). Diversi mesi fa, prima delle ferie estive, l'Idiota ha convocato una strana riunione, stranamente lunga per i suoi standard e con una pletora di partecipanti eterogenea. Tra questi, i membri di quello che all'epoca era il suo team (tra cui me e Amico A.) e alcuni componenti di team limitrofi, scelti accuratamente tra quelli che non aveva offeso nei mesi precedenti (quindi pochi). L'evento parte con un lungo preambolo sul suo gruppo "storico", dove lascia la parola a tre persone, tra cui un povero collega (una persona squisita e molto capace, tra l'altro), che è costretto a raccontare davanti a tutti un episodio estremamente spiacevole.  Seguono due ore in cui ci propina un abominevole show in cui si adula (come suo costume - l'Idiota è sempre stato estremamente pieno di sè), cercando di mostrare a tutti che senza la sua guida illuminata saremmo morti da secoli e

Pucciosità felina

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È tornato il freddo, sono tornate le copertine e i gattini desiderosi di coccole e di tepore umano. Normalmente la sera mi metto sul divano, dal mio lato (quello della penisola - ovviamente) con la mia copertina da anziana, pronta ad addormentarmi nel giro di troppi pochi minuti per la stanchezza del post lavoro.  Subito arrivano i gatti.  Lucy fissa sui piedi o sulle gambe e Charlie alla mia desta, sui cuscini (che a lui piace tenere le chiappette soffici sul morbido).  E via, nanna sincronizzata in tre. Siamo dei campionissimi! La cosa è diventata quasi imbarazzante. Appena mi metto sul divano (anche se non è sera e non voglio dormire), me li trovo appiccicati addosso nel giro di qualche minuto in modalità nanna. Lucy: «Mamma sul divano! Ora di nanna!!!»  Acalia: «Gatti, sono le dieci del mattino e non sono qui per dormire!» Lucy, mentre sbadiglia: «Notte!» Charlie, già acciambellato: «Notte notte!» «...» -------------- Quando faceva caldo mica

Planning creativo

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Questo weekend c'era a Torino Amico C., un carissimo amico d'infanzia mio e di mia sorella che abita fuori regione, per cui abbiamo deciso di organizzare un'uscita a sei con noi due, lui e i nostri rispettivi partner.  Organizza mia sorella l'uscita.  Una cosa semplice, di domenica a pranzo. Indolore. Ora, qui a Torino è meglio prenotare se si vuole un posto sicuro nel weekend, ma ci saranno migliaia di localini, posticini carini e affini, non è difficile trovarne uno. Lei poi è una che esce un casino e ne conosce a confezioni. Ha pure parecchi giorni per fare la prenotazione, visto che si è mossa per tempo.  Io sono incasinata con il lavoro e le lascio fare. Peccato solo che si tratti di mia sorella, quella che quando c'era la coda in cui distribuivano l'organizzazione lei non c'era, aveva sbagliato i conti sulle tempistiche e, quando finalmente è arrivata, ha trovato lo sportello chiuso. Da un'ora. E se n'è fatta una ragione d

[Vietnam] Huè - Il fascino della città imperiale

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Riprendiamo il viaggio in Vietnam. Dopo aver concluso la visita del Nord ci siamo spostati nella zona centrale, dove ci sono antiche città imperiali e un paesaggio molto diverso da quello visto fin ora. Di buon mattina abbiamo salutato la nostra guida e preso l'aereo da Hanoi per volare fino a Huè (un'oretta circa di volo) dove abbiamo incontrato la seconda guida. Questa volta ad accompagnarci è una donna, che chiameremo Joker (per il suo perenne sorriso a trentasei denti stampato in faccia). Joker è di bassa statura, terrorizzata dall'idea di abbonzarsi (interessante come guardasse con orrore il fatto che, con il mio candido incarnato - ho il colorito vivo di un cadavere di tre giorni -, girassi in maniche corte e viso scoperto, senza preoccuparmi della possibile abbronzatura. L'ho vista proprio soffrire, mentre lei viaggiava, nonostante i con 40° e l'umidità che solo il Sud Est Asiatico riesce a regalare, con maniche lunghe, guantini, mega cappello e occhi

Chupa Chups - Skull & Beer

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Una sera come tante, tornando a casa dall'ufficio, passo al supermercato a prendere due cose per la cena. Faccio il mio shopping di becera sussistenza (tacos e formaggio da fonderci sopra, da mangiare mentre la vera cena si scalda - mai andare al supermercato affamati, porta solo guai alla dieta), mi infilo nell'interminabile coda all'unica cassa aperta  (vista l'ora caina a cui mi trovo lì, una sola era disponibile, giustamente) e comincio ad annoiarmi di brutto mentre l'anziano di turno ravana inutilmente nel portamonete alla ricerca dei soliti centesimi mancanti (non so perché ma gli anziani sono progettati per uscire di casa con mucchi di denaro in soli ramini, in modo da rendere eterna la ricerca di tutti i pezzi che servono a completare il prezzo che devono pagare. Vorrei vedere chiunque a pagare rapidamente sedici euro in solo monetame! Ma dove se le procurano tutte quelle monete? Io non ho mai spicci a crepare - che se in ufficio devo prendere qualcosa

Questa non è la nebbia in Val Padana

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L'anno scorso, in autunno, abbiamo avuto l'inondazione. Ha piovuto per giorni e giorni di fila, con il livello dei fiumi e dei torrenti che cresceva inesorabilmente e l'allarme sul passaggio delle piene dei fiumi maggiori, specie quella del Po, che con le sue dimensioni fa sempre un po' più paura, e sullo stato dei torrenti, che stavano gonfiandosi e ribollendo. Una mattina pioveva così grosso che siamo arrivati in ufficio completamente fradici per aver fatto non più di 200 m, dalla fermata del pullman alla porta dell'edificio.  Quel giorno la bialera [1]   a bordo strada già quasi straripava alle otto di mattina. E ha piovuto incessantemente tutto il giorno. Una pioggia grossa, battente, autunnale. Quel giorno siamo dovuti scappare di fretta e furia dall'ufficio perché i torrenti hanno iniziato ad esondare e rischiavamo di non tornare a casa. Leggendo sui giornali si trovavano solo notizie poco rassicuranti, di evacuazioni e stabilimenti chiusi. 

[Foto post] Il gran ritorno di miss Gelosia

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Fig 1:  Interno giorno. Acalia: « Uh che carino il mio Charlino che ronfa, facciamogli una bella foto, che sono ben due ore che non ne ho fatte di nuove e rischio di scendere sotto quota». Lucy, fuori inquadratura: «Il mio senso di prima-gatta pizzica, che succede?» Fig 2:  Lucy: «E Oplà! Mi sembra venisse da qui ...» Charlie, mentalmente: «Tho, ci ha messo tre secondi ad arrivare, quasi un record, anche per lei.» Fig 3:  Lucy: «Che succede? Ho come avuto l'impressione di una foto. Dove? Quando? E soprattutto, perché non sono io il soggetto? Eh? Eh!? Come hai potuto, umana!» Charlie, tra sé e sé: «Chissà se esiste un record del mondo per la gatta più impicciona? Quasi quasi ce la iscrivo.» Fig 4:  Lucy: «Ah, molto meglio ora, con me in primo piano il karma dell'universo si è ristabilito. Mi sento più tranquilla. Continua a scattare!». Charlie, sempre pensando: «Naa ... troppa fatica. Poi mi sciupo. Magari ci si iscrive da sola.»

Bacheca annunci stradale

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A volte i gattini si smarriscono e i padroni, disperati, fanno di tutto per trovarli. La prima cosa da fare, in questi casi, è tappezzare il quartiere di volantini per fare una segnalazione e distribuire il proprio numero di telefono per fare in modo che, se qualcuno vedesse l'amato piccolino, possa sapere a chi telefonare. Conosco l'orribile sensazione di impotenza che attanaglia lo stomaco in questi casi perché qualche anno fa è successo anche a noi con Milù. La piccola era caduta dal balcone (per fortuna senza farsi male) e ci abbiamo messo una settimana trovarla. Una settimana orrenda in cui passavamo le giornate a cercare di capire come recuperarla e le nottate a cercarla per tutto il quartiere.  Ma ancora più orrendi sono stati i primi giorni, in cui non sapevamo dove fosse, se stesse bene e, ancora peggio, se fosse ancora viva. ( Qui c'è tutta la storia   e qui come è andata a finire ) Per un gattino di casa, abituato a cuscini e pappe, la strada è pe

[Foto post] Posizione strategica

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Tu, gestore del supermercato che pensi bene di mettere i nuovi sudici biscottini ripieni della Kinder alla fine della corsia dedicata ai prodotti bio tristoni per gente che fa le diete più assurde, ecco, meriti il premio inventiva dell'anno. Secondo me quello scaffale l'hanno svuotato in un lampo. Scena: cliente depresso che arriva in fondo alla corsia con il carrello pieno di roba di kamut, senza glutine, finto latte vegetale, surrogati assortiti e altra roba più o meno insapore (che checché se ne dica non è la stessa cosa dei prodotti autentici, li ho assaggiati e ve lo assicuro) e si trova davanti questo ben di dio. Non si può resistere, è matematico. Spero la Kinder l'abbia premiato con una fornitura a vita di biscottini. -------------- Sì, ci sono passata davanti e li ho presi anche io. "Per assaggiare". Quindi per fini puramente scientifici. Non sono malaccio, ma il Kinder cioccolato è imbattibile, non c'è nulla da fare, questi biscottin

Lettera a Asia Argento e #metoo

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Cara Asia, sono molto orgogliosa di te e di quello che hai fatto. Per denunciare, specialmente un uomo così importante nel tuo settore, ci vuole una montagna di coraggio e lo slut shaming che stai subendo in questo periodo è proprio la dimostrazione che viviamo ancora in una società misogina e arretrata che non riesce a capire quanto possa essere stata asfissiante e senza via di scampo la situazione in cui, tuo malgrado, sei finita. Hai fatto bene a denunciare. E non solo per te. Per tutte noi donne. Non importa se è passato del tempo. Non importa se la tua carriera ha beneficiato da quella orrenda situazione. Non importa se sei stata costretta con una pressione psicologica e non con un'agguato. Una molestia e, ancora peggio, uno stupro, rimangono sempre una molestia e uno stupro.  Non è la vittima che deve essere sotto processo.  Non sei tu che devi essere sotto processo.  Ti ringrazio per aver denunciato.  Ti ringrazio per aver cominciato a squarciare un velo d

L'odore della gomma bruciata di prima mattina

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Un tranquillo mattino qualunque scendiamo per andare in ufficio e ci si para davanti questo spettacolo. Lì, dietro la macchina in fiamme, c'era parcheggiata la macchina della Dolce Metà (ormai spostata quando ho scattato la foto). Se fossimo scesi qualche minuto dopo, ce la saremmo ritrovata bella che flambè, ma, per fortuna, Amico A. mi stressa l'anima sull'arrivare in stazione con debito anticipo da mesi (ha la fobia del ritardo, prima arrivavo al pelo per prendere il treno - come mio costume, non sono una che arriva con ore di anticipo, di solito - e non me la faceva passare; adesso, per sicurezza, arrivo quei dieci minuti prima, onde evitare lamentele di prima mattina - lui, nel frattempo, è già in stazione da almeno mezz'ora).  In ogni caso, il bello è che, arrivando dalla direzione opposta rispetto a quella in cui è stata scattata la foto, siamo scesi tranquilli, ci siamo stupiti dello spettacolo inusuale e, proprio mentre la Dolce Metà stava dicendo:

Non tutte le ciambelle vengono con il buco

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Premessa:   Io e la Dolce Metà normalmente facciamo le brutte persone e, da quando ci siamo trasferiti nella nuova casa, mangiamo sempre in salotto davanti alla televisione, sul tavolino da caffè, come se fossimo in perenne campeggio. Un giorno diventeremo grandi e mangeremo in cucina, ma non è questo il giorno. Fine premessa. Casa Fenders, una sera come tante, dopo cena. La Dolce metà: «Acalia, vuoi ancora qualcosa?» «Magari uno yogurt» Prendo la yogurt e torno sul divano a mangiarlo. La Dolce Metà mi osserva mangiarlo.  Sospetto.  Molto Sospetto.  Di solito si spiaggia a guardare Camera Cafè senza banfare. «Finito? Finito lo yogurt» Ancora più sospetto. Poi sparisce in cucina. Dopo circa dieci secondi si sente un sonoro: «Ma cazzo!» Super sospetto. Ma faccio finta di nulla. Potrebbe aver semplicemente versato la ciotola dei gatti (cosa che gli succede a giorni alterni). Passano cinque minuti e non torna. Inizia Camera Caf

[Vietnam] Maui Chau - Rigogliose risaie

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Dopo Tam Coc ci siamo sparati un quattro ore di macchina verso l'entroterra per arrivare a Maui Chau, una zona rurale e visitare un po' di villaggini della zona. Anche qui la cementificazione avanza veloce intorno alla via principale, ma alcune zone sono rimaste piuttosto autentiche. La notte abbiamo dormito in una palafitta di legno e il giorno dopo Cicciopasticcio ci ha portati a fare un giro in bici della zona. Ora, la palafitta era evidentemente una costruzione tradizionale ma adeguata ai turisti. Sotto c'era una zona ristoro (per il pranzo e la colazione, inclusi con il pernottamento - anche perché eravamo nel bel mezzo del nulla, difficilmente ce la saremmo procurati da soli, a meno di fare lunghi pezzi a piedi con il buio) e un bagno in comune stile campeggio, mentre sopra c'era uno stanzone unico con diversi posti letto stile camerata. I materassi erano poggiati direttamente sul pavimento. Con noi c'era un'altra coppia italiana (portata dalla

Il catering [Il Grande Giorno™]

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Riprendiamo il discorso "Matrimonio" lasciato in sospeso prima delle ferie. La primissima cosa che abbiamo fissato è stato, ovviamente, il catering. Io e la Dolce Metà siamo partiti super rilassati (in fondo mancava ancora un casino di tempo) ma con una piccola pretesa: il fritto misto alla piemontese come secondo. Ora, per chi non l'avesse mai assaggiato, il piatto è un po' articolato: è composto da diverse pezzature di carne, verdura, frattaglie (cervella, polmoni, fegato ...) e perfino dolci (amaretto, mela, semolino, ...) , tutto fritto. Non è solo un piatto tipico della tradizione piemontese, è una vera e propria esperienza gustativa, perché è facile trovarsi nel piatto la mela e l'amaretto fritti a fianco di cervella e salsiccia.  Personalmente lo adoro proprio per i suoi contrasti, ma, per farlo bene, bisogna saper friggere davvero bene. Se non te lo cucina uno bravo viene una porcheria.  Il passo da "gran fritto misto da trattoria sup